I primi 15 quintali di lana di pecora Brogna sono già arrivati a Biella in un’azienda per la filatura e si attende adesso il ritorno in matasse previsto per settembre. È la soluzione che l’Associazione per la promozione e la tutela della pecora Brogna ha trovato al fine di venire incontro alle esigenze degli allevatori e dare un’ulteriore possibilità di reddito. Finora infatti la lana derivata dalla tosatura degli animali è considerata rifiuto speciale e l’allevatore deve pagare, oltre a 2,5 euro per ogni capo tosato, anche il costo per lo smaltimento della lana.
Eppure questo prodotto era considerato materiale pregiato dagli Scaligeri, che avevano emanato leggi severissime per impedire l’incrocio della razza Brogna, al fine di non perderne le caratteristiche. Margherita Carrà, che ha seguito a Milano i corsi di Paola Besana, esperta mondiale di filatura tessitura, si è cimentata nelle prime prove di tessitura, con telaio da tavolo, di quattro chili di lana di pecora Brogna, cardata a mano. «L’ho lavata con sapone di Marsiglia che lascia anche un po’ di grasso, la lanolina, che permette una filatura più veloce, processo che ha curato mia figlia», spiega, «e ora sto preparando dei centrini che serviranno come coprivasi per la marmellata di pero misso che sarà esposta a una fiera di Slow Food in Corea del Sud il prossimo ottobre», aggiunge mentre continua a lavorare al suo telaio.
Tramite Antonella Bampa, che è fiduciaria della condotta di Verona di Slow Food, si è pensato di unire due elementi a rischio estinzione come il pero misso della Valpolicella e la pecora della Lessinia in un unico prodotto che li rappresenti entrambi: la marmellata e il vasetto decorato con la lana. Sulle caratteristiche della lana Margherita Carrà, che è esperta di filatura di diversi materiali, assicura che si tratta di un prodotto ottimo, al pari della lana merinos: «In più qui abbiamo la certezza della filiera biologica dall’origine al prodotto finito». Ci si potrà vestire con un capo che avrà questo valore aggiunto, oltre a caratteristiche di morbidezza, elasticità, igroscopicità e termocoibenza impensabili per un prodotto industriale.
V.Z. (l’Arena)
Fonte: www.larena.it