Lana
La lana veronese, in epoca medievale, era già famosa e rinomata. Fino al 1500 i prodotti realizzati con la lana delle pecore locali conoscevano un mercato fiorente. La lana lavorata, filata e tinta era utilizzata per la produzione degli allora ricercati “panni alti veronesi” che costituivano un articolo molto pregiato e richiesto. Questa attività artigianale perse gradualmente d’importanza dal XVI secolo, quando si impose l’allevamento del baco da seta in pianura e l’allevamento dei bovini da latte in montagna.
Oggi la lana di pecora Brogna è una delle migliori lane autoctone italiane: apprezzata soprattutto per la sua elasticità e lunghezza, consente un’ampia gamma di lavorazioni. Il suo filato infatti è robusto, morbido ed asciutto al tatto, con bassa capacità di infeltrimento: caratteristiche di valore che rendono la Brogna adatta alla tessitura e alla maglieria da destinare al mercato dell’artigianato. Inoltre, vengono prodotti il top pettinato e la falda cardata, adatti per la lavorazione del feltro, la filatura a mano, il quilt, il patchwork e le imbottiture. Grazie al “progetto lana”, dal 2013 l’associazione riesce a raccogliere la fibra sucida dagli allevatori associati per farla lavorare nelle aziende del distretto biellese.
Carne
La carne di Brogna è caratterizzata da un gusto delicato e bilanciato poiché, a differenza di altre razze, non presenta il tipico afrore montonino. Molto adatta ai palati moderni, la carne dell’agnellone adulto si presta per ottimi trasformati, come hamburgers, luganeghe, salsicce e arrosticini. Un insaccato che merita menzione è il “Brognolino”: un tipico salame, ottenuto con il 40% di carne suina e il 60% di carne Brogna. Dai tagli del posteriore si possono ottenere costolette, arrosti e medaglioni dalla coscia e dalla sella; mentre, dai tagli dell’anteriore, spezzatini e carne trita. Il suo utilizzo trova interessanti riscontri anche nella preparazione di primi piatti come il ragù e il ripieno per pasta fresca come ravioli o tortellini.
La valorizzazione della carne di Brogna, grazie all’esperienza di alcuni chef e macellai, raggiunge il suo apice attraverso lunghe cotture a bassa temperatura, che lasciano intatti gli aromi e il suo gusto naturale. Al palato, la carne non lascia un residuo sensoriale con eccessi lipidici e si sposa molto bene con vini rossi o rosati asprigni e freschi, ma anche con vini più corposi e importanti. L’agnello va consumato “pesante”, cioè quando abbia raggiunto il minimo di 30 kg a peso vivo e sia già svezzato. Per il consumo diretto si predilige l’acquisto della carne presso le macellerie affiliate dell’Associazione, oppure direttamente presso gli allevatori della filiera acquistando l’animale intero.
Latte e formaggi
La pecora Brogna non è particolarmente lattifera, ma il latte che produce è di elevata qualità: è più dolce e delicato di quello di qualsivoglia altro ovino, ha un particolare potere nutrizionale ricco di omega-3 e acidi grassi polinsaturi. Grazie alle sue caratteristiche che lo rendono ben adatto alla caseificazione, si producono formaggi come il “Pastorin” (realizzato al 100% con latte di Brogna), il “Mistorin” (ottenuto con un misto di latte di Brogna e latte vaccino) e il “Trilatte” (misto latte di Brogna, latte vaccino e latte caprino).